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13 luglio 2016

La gang del pensiero

"L’unico consiglio che posso dare, se per caso vi doveste svegliare in uno strano appartamento, in preda alle vertigini, con un’emicrania postsbronza saldamente installata nella testa, senza uno straccio addosso, mentre la polizia sta buttando giù la porta a mazzate con un sottofondo di latrati di cani infuriati, e vi ritrovate per di più circondati da mucchi di riviste patinate con foto di adulti, l’unico consiglio che posso dare, ripeto, è questo: cercate di comportarvi in maniera educata e di mostrarvi di buon umore".

Considerando che difficilmente rido ad altissima voce leggendo un libro, per aver ottenuto questo piccolo miracolo "La gang del pensiero ovvero la zetetica e l’arte della rapina in banca" si merita il riconoscimento di libro più divertente, ironico, e soprattutto intelligente, che abbia mai letto. So che gli aggettivi sono tanti, ma questo romanzo se li merita, perché dalla prima all’ultima riga ho riso di gusto, e ho dovuto anche rivalutare l’humor inglese. Ben due miracoli!

Con le avventure di Eddie Coffin, filosofo inglese cinquantenne acido e pessimista, e Humbert, un criminale dalle mille protesi e malattie, si ride (o sorride, secondo i gusti) in ognuna delle 370 pagine che compongono il libro. E il riso non nasce solo da un elenco di vicissitudini esilaranti, il merito è tutto di una scrittura abile e veloce che riesce a descrivere situazioni e comportamenti umani con un’arguta ironia. Regalandoci anche qualche pillola di filosofia, che non guasta.

I due protagonisti, tra sbronze, risse, rapine e riflessioni paradossali unite a un’acuta osservazione della realtà, ci regalano un grande esempio di comicità intelligente.
La grande qualità di Tibor Fisher è che possiede quell’ironia sarcastica, a volte un po’ acida, tipica di un satirico. Quell’ironia che descrive la realtà principalmente tramite metafore che arrivano solo chi è in grado di recepirle. Un’ironia ben diversa dalla capacità di far ridere raccontando volgari barzellette da bar, tipica di chi di intelligenza ne ha poca.

Eddie e Hubert sono senza dubbio i miei eroi personali. E anche Tibor Fisher.

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