Considerando che difficilmente rido ad altissima voce leggendo un libro, per aver ottenuto questo piccolo miracolo "La gang del pensiero ovvero la zetetica e l’arte della rapina in banca" si merita il riconoscimento di libro più divertente, ironico, e soprattutto intelligente, che abbia mai letto. So che gli aggettivi sono tanti, ma questo romanzo se li merita, perché dalla prima all’ultima riga ho riso di gusto, e ho dovuto anche rivalutare l’humor inglese. Ben due miracoli!
Con le avventure di Eddie Coffin, filosofo inglese cinquantenne acido e pessimista, e Humbert, un criminale dalle mille protesi e malattie, si ride (o sorride, secondo i gusti) in ognuna delle 370 pagine che compongono il libro. E il riso non nasce solo da un elenco di vicissitudini esilaranti, il merito è tutto di una scrittura abile e veloce che riesce a descrivere situazioni e comportamenti umani con un’arguta ironia. Regalandoci anche qualche pillola di filosofia, che non guasta.
I due protagonisti, tra sbronze, risse, rapine e riflessioni paradossali unite a un’acuta osservazione della realtà, ci regalano un grande esempio di comicità intelligente.
La grande qualità di Tibor Fisher è che possiede quell’ironia sarcastica, a volte un po’ acida, tipica di un satirico. Quell’ironia che descrive la realtà principalmente tramite metafore che arrivano solo chi è in grado di recepirle. Un’ironia ben diversa dalla capacità di far ridere raccontando volgari barzellette da bar, tipica di chi di intelligenza ne ha poca.
Eddie e Hubert sono senza dubbio i miei eroi personali. E anche Tibor Fisher.
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