Fu un disastro, ma un disastro difficile da digerire. La natura si era trasformata in nemico perché stuzzicata dall'uomo. Perché il Vajont non solo era prevedibile, ma anche evitabile.
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09 ottobre 2016
Sulla pelle viva, il Vajont raccontato da Tina Merlin
Correva l'anno 1963, il giorno 9 ottobre e le ore 22.36. Un momento fatale che, come ogni altro momento fatale della storia, scelse di occupare uno spazio preciso. In quell'istante sciagurato, 270 milioni di metri cubi di terra e 50 milioni di metri cubi di acqua ammutolirono un'intera valle. Longarone venne spezzata via, Erto e Casso ferite a morte.
Fu un disastro, ma un disastro difficile da digerire. La natura si era trasformata in nemico perché stuzzicata dall'uomo. Perché il Vajont non solo era prevedibile, ma anche evitabile.
Fu un disastro, ma un disastro difficile da digerire. La natura si era trasformata in nemico perché stuzzicata dall'uomo. Perché il Vajont non solo era prevedibile, ma anche evitabile.
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