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11 settembre 2016

Quattro undici settembre



Al di là delle opinioni, dei misteri e delle teorie, l'11 settembre è una data che rimarrà impressa nella nostra memoria per sempre. Perché, come capitato anche a Parigi, Istanbul e Londra (solo per citarne alcuni), a pagare il prezzo più alto sono state le persone comuni.
Molti sono gli scrittori che hanno scelto questo tragico avvenimento per dar vita a storie complesse e toccanti. Quelli che (personalmente) ritengo valga la pena di citare sono Gabriele Romagnoli con "Un tuffo nella luce", Jonathan Safran Foer con "Molto forte, incredibilmente vicino", Don De Lillo con "L’uomo che cade" e Paul Auster con "Follie di Brooklyn".


"Un tuffo nella luce" di Gabriele Romagnoli è un libro essenziale, come la vita del protagonista-eremita che si ritrova suo malgrado spettatore dell'11 settembre.
Attraverso le sue pagine, il romanzo parla di vite che si intrecciano per caso e del difficile percorso emotivo di chi desidera fuggire dal dolore per evitare di provarlo. Il risultato è un'analisi molto concreta dei meccanismi che muovono i sentimenti e dello stretto legame tra questi e il fanatismo religioso. Un'analisi che sceglie la semplicità per raccontare un avvenimento invece complesso.

Il libro di Jonathan Safran Foer, uno dei primi scritti dopo la tragedia, è invece quello che scava un solco emotivo ben più profondo. Dopo la morte del padre, scomparso durante il crollo delle torri, un ragazzo curioso, creativo e intraprendente ritrova tra le cose del genitore una busta col nome Black e una chiave. Oskar comincia a cercare tutti i Black di New York per sapere a chi appartenga la chiave e cosa apra. Intraprende così un viaggio avventuroso che è in realtà un tentativo di compensare il vuoto lasciato dalla scomparsa ed elaborare la sofferenza. E non solo: il racconto dedicato alla vita di Oskar prima e dopo la morte del padre si sviluppa in parallelo con storia dei nonni, ambientata durante il bombardamento di Dresda e negli anni della persecuzione ebraica, tema molto caro a Foer.
"Molto forte, incredibilmente vicino" è però anche un capolavoro di stile, un diario complesso e toccante che ruota attorno a due tragedie che hanno segnato il mondo intero. Diversi narratori, testi che si trasformano in immagini, disegni, e una serie di sperimentazioni sono le tecniche scelte da Foer per sottolineare lo smarrimento e la devastazione dei sopravvissuti. Una complessa odissea del dolore che rappresenta tutte le storie di sofferenza e perdita. Per questo è una lettura essenziale, al di là dell'11 settembre.

Una struttura ricercata caratterizza anche "L’uomo che cade" di Don De Lillo, che entra nel vivo dell'11 settembre attraverso la storia di un sopravvissuto e, in parallelo, quella di un attentatore.
Da un lato c’è Keith Neudecker che, dopo essersi trovato nel grattacielo al momento dell’impatto, tenta con difficoltà di riconquistare la sua vita. Al suo fianco ha la moglie e il figlio che, a loro volta, incrociano altri personaggi che tentano di superare o convivere con la tragedia. Dall'altro c’è il punto di vista di uno degli artefici del crollo delle torri. Le voci narranti dei personaggi si intrecciano, si contaminano e diventano un grande caleidoscopio capace di raccontare emozioni e reazioni diverse di fronte al dolore.

Nell'ultimo libro, "Follie di Brooklyn" di Paul Auster, l'11 settembre è il vorticoso palcoscenico che chiude un libro avvincente e vivace che narra la storia di Nathan Glass, assicuratore in pensione che sceglie Brooklyn come luogo dove trascorrere gli ultimi anni della sua vita.  Qui ritrova il nipote Tom, commesso di libreria e Lucy, la figlioletta della sorella di Tom, E non solo: trova anche l'amore della sua vita.
In questo caso l'11 settembre è una sorta di quinta che scende sulla storia. Una quinta che lascia tutto in sospeso e allo stesso tempo tutto cambia. Come nel caso di ogni libro riguardante questo argomento.

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