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12 dicembre 2021

La famiglia Karnowski e la bella Signora Seidenman


Uno è un libro accolto dai lettori con grande entusiasmo. L’altro è un romanzo che pochi conoscono. Uno è firmato da uno scrittore polacco e autore yiddish. L’altro è stato scritto da un autore polacco molto legato al mondo yiddish.

Entrambi parlano della condizione ebrea, entrambi raccontano le vicende di più voci e hanno come importante elemento caratterizzante la storia passata e il valore del tempo che scorre.
Entrambi, e questa è la cosa fondamentale per chi ama i libri, ti rapiscono in una lettura coinvolgente e, allo stesso tempo, ricca e interessante.

La famiglia Karnowski di Israel J. Singer, fratello minore del Nobel per la letteratura Isaac B. Singer, è un romanzo profondo dalla trama affascinante che ti cattura nel suo vortice di parole ed emozioni dalla prima all’ultima riga.
La famiglia Karnowski è un romanzo grande, un’opera quasi classica. Una meravigliosa saga familiare che attraversa decadi e paesi raccontando la storia di una famiglia ebrea.
Dalla Polonia a Berlino fino ad arrivare in America, Singer ci accompagna alla scoperta della storia di tre generazioni profondamente diverse e in contrasto tra loro.
Il percorso è ricco di spunti di riflessione che hanno come tema principale modi diversi di essere ebrei, la loro relazione con la storia e, più in generale, il rapporto tra generazioni.
Un affresco familiare meravigliosamente dipinto con le parole di cui è stato detto tutto, quindi va semplicemente letto.

La bella signora Seidenman è invece un libro del polacco Andrzej Szczypiorski. Un romanzo ricco e bellissimo, attraverso il quale lo scrittore riesce a raccontare in modo magistrale tutto il dramma del suo paese. Dramma iniziato a partire dalla seconda guerra mondiale (il romanzo, in polacco, si chiama infatti Poczatek che significa “inizio”).
L’ambientazione è spietata: Varsavia, 1943. La protagonista è invece un’affascinante donna ebrea, Irma Seidenman, che si ritrova a vivere in un periodo storico crudele. Denunciata da un delatore ebreo, scoprirà che salvarsi può significare anche rinnegare se stessi.
Attorno alla storia di Irma si tessono i destini e le vicende di altri personaggi. Ognuno con i suoi comportamenti, il suo modo di vedere il mondo e un diverso ruolo in quello che fu un periodo storico feroce e tragico. Szczypiorski costruisce in modo magistrale e minuzioso le personalità di questi “co-protagonisti”, tanto che alla fine diventano espressione delle complessità della realtà e dell’incapacità di porre una netta distinzione tra bene e male.
Se la bella signora Seidenman è un racconto coinvolgente e ricco non è solo per la sua storia e la sua raffinata e ricca scrittura, ma per la capacità dell’autore di trascendere il periodo in cui si svolge la storia.

Nella famiglia Karnowski il fattore tempo è raccontato attraverso il susseguirsi delle generazioni. Szczypiorski, con sapiente maestria, sceglie invece di aprirci piccole finestre sul futuro che ci permettono di intravedere le sorti dei personaggi e del mondo intero. Un espediente narrativo di rara maestria che dona al romanzo un ampio respiro storico.

08 novembre 2021

Le voci di Svetlana Aleksievic

Sono voci. Alcune gridano, altre sussurrano. Alcune sono rotte da un piano dell'anima, altre ancora vibrano di una rabbia che non trova sfogo e di un disgusto inarrestabile.
Piangono non solo su un passato tormentato, ma anche su un presente che ha deluso ogni aspettativa. Piangono perché, per molti motivi, il presente è peggio del passato.

Questo è il "Tempo di seconda mano" di Svetlana Aleksievic, la descrizione della vita in Russia dopo il crollo del comunismo. Un libro che ti ferisce nel profondo, ti blocca il respiro, chiama le tue lacrime.

Come in "Preghiera per Chernoby'", anche in queste pagine Svetlana racconta un dramma corale raccogliendo storie, documenti, interviste, appunti. Tutte diverse, ma ugualmente toccanti.

Non c'è speranza in questo libro, e nemmeno belle storie a lieto fine. La stessa lettura deve procedere lentamente, a piccole dosi, in modo da non essere risucchiati in questo amaro vortice.

C'è tanto dolore in questo libro. Un dolore che però, se ben capito e interpretato, può essere una lezione utile per analizzare la realtà odierna, per accrescere la nostra capacità di analisi critica e il nostro bagaglio culturale, che è fondamentale per orientarsi nella giungla degli avvenimenti moderni.

E la scrittura? È spietata, asciutta, vera, con un sapiente uso della punteggiatura e delle pause, che arricchisce di emozione ogni singola testimonianza, quasi tutto il libro fosse un malinconico spettacolo teatrale.


17 febbraio 2021

Quando tutto diventò Blu

Quando finisco un libro particolarmente bello, spesso lo associo a un aggettivo. È il mio modo per sintetizzare il volume appena chiuso e definirne l'essenza. È un'illuminazione, un'associazione mentale improvvisa, una pratica che mi aiuta a riordinare le idee e le emozioni suscitate dal racconto.
È capitato anche con "Quando tutto diventò blu", graphic novel del bravissimo Alessandro Baronciani.