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08 dicembre 2016

L'uomo dei dadi

Immaginate di essere indecisi tra pizza e gelato e di affidare la scelta a un dado.
Poi fate decidere al dado cosa fare sabato e domenica, se mentire o dire la verità, dove andare in vacanza. Immaginate d'investire ogni volta un pezzo sempre più importante della vostra vita.
Lasciatevi prendere dal gioco, fate salire la febbre e optate per scelte sempre più trasgressive ed estreme. Qualche esempio? Tradire o no il proprio partner, fare del male a una persona.
Immaginate ora di essere uno psicanalista e di scegliere questa come pratica di vita e di cura dei vostri pazienti.
Questo è, in sintesi, "L'uomo dei dadi" di Luke Rhinehart, recentemente ristampato dalla casa editrice Marcos y Marcos in un grazioso formato tascabile.
 

700 pagine a tutta ansia che ho avuto la fortuna/sfortuna di scoprire poco prima della ristampa, il giorno in cui il giornale Internazionale ha associato il nome Emmanuel Carrère  alla teoria dei dadi e al romanzo di Rhinehart.
L'autore di molti dei miei romanzi preferiti, ossessionato fin da giovane da questo libro, è infatti partito verso gli Stati Uniti alla ricerca del vero Luke Rhinehart. Poco infatti si sapeva dell'autore, almeno fino a quando Carrère non ha deciso d'incontrarlo.
La storia del loro incontro la potete leggere qui (grazie Marcos y Marcos!)

Torniamo però alle pagine di Internazionale. Al di là dell'interessante mistero attorno all'identità dell'autore di questo cult, quando mi sono ritrovata di fronte alla trama un brivido mi ha percorso: ho trovato il racconto semplicemente geniale. Lo volevo ma non lo trovato e il caso (bravo in questo caso) ha scelto per me: il libro mi è comparso davanti in una libreria di Ferrara. Il dado mi voleva conoscere.

Ma com'è "L'uomo dei dadi"?

È un libro intrigante che in 40 anni (è uscito nel 1971) non ha lasciato dormire molte persone. È una storia sconvolgente che risucchia in un vortice di pura follia.
Erotico e ironico, il libro che narra la discesa di Luke Rhinehart e la distruzione della sua volontà è una di quelle storie estreme che ti lasciano senza fiato durante tutta la lettura.

Luke prima gioca a dadi con la propria vita e poi con quella degli altri, fino a trasformare il dado in dio e il "vivere con i dadi" in vera e propria filosofia di vita.

Giocare a dadi con la propria vita, lasciare tutto al caso, perdere completamente il libero arbitrio è un concetto veramente potente. Vuol dire portare all'estremo la liberazione dell'inconscio e recidere completamente ogni legame con la società.

L'uomo dei dadi è infatti un uomo che lascia tutto il potere al caso, imprevedibile e senza regole, che si è liberato dalla responsabilità delle proprie azioni perché l'ha affidata al caso. È l'atto estremo dell'uomo soffocato dalla società, da una vita forse scelta senza troppa consapevolezza.
Concetti davvero interessanti e potenti che hanno avuto riscontro anche il mondo reale. In tantissimi hanno infatti seguito l'esempio di Luke Rhinehart.

Anche per questo "L'uomo dei dadi" è così intrigante. Perché non c'è solo una chiave di lettura. Ce ne sono tante. E se non sapete quale interpretazione scegliere, basta tirare il dado per trovare quella più adatta a voi.




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