Tre libri, meravigliosamente descritti, che non possono mancare nella libreria di un lettore filo nipponico.
“Neve sottile” di Jun’ichiro Tanizaki è un romanzo lento, ma tutta da assaporare.
Una storia femminile ambientata agli inizi del ‘900 che racconta la vita delle sorelle Makioka, pretesto per parlare dell’animo e della mentalità di un popolo che deve fare i conti con la crisi della sua cultura.
La vita quotidiana, la passione per le arti, ma anche il senso dell’onore, il rispetto verso le tradizioni e il modo di rapportarsi con l’emergente cultura occidentale sono i punti chiave che tracciano la storia questo libro.
Gli stessi che nel romanzo “Io sono un gatto” di Sōseki sono invece narrati dalla voce di un protagonista speciale: un gatto.
Cinico, intelligente e riflessivo, il delizioso protagonista di questo libro ci spiega, con la sua simpatica superiorità, la crisi dei costumi di quel periodo storico.
Più appassionante, ma forse perché più ricco di vicende, è “Memorie di una Geisha” di Arthur Golden, anch’esso ambientato in questo periodo.
La formazione di una apprendista geisha, la sua vita, la disciplina e tanto altro ancora sono descritti in maniera vivida e intensa, tanto da poter immaginare chiaramente il volto, i gesti e i l’abbigliamento di Sayuri.
Al di là della storia e della descrizione dei caratteri dei personaggi, è proprio questo il filo rosso che unisce questi libri: la capacità di raccontare il suggestivo panorama in cui i romanzi si svolgono.
Attraverso questi romanzi si sentono gli odori della cucina giapponese, si visualizzano in modo chiaro i villaggi di pescatori e le minimali abitazioni giapponesi, si toccano con mano i loro meravigliosi giardini e si passeggia tra le strade, entrando in scuole di danza e partecipando a cerimonie del tè.
Non stupitevi quindi se, vedendo un documentario, avrete l’impressione di aver già visitato questi luoghi.
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