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10 aprile 2016

Una cosa divertente che non farò mai più

Sono due le vacanze che non farei mai: una è quella che mi vedrebbe chiusa tra le quattro mura di un villaggio turistico, l’altra una crociera.

La stesse motivazioni per cui non salirei mai a bordo di una nave da crociera, le ho ritrovate in un testo inaspettato: il divertentissimo libro di David Foster Wallace, “Una cosa divertente che non farò mai più“.

Siamo nel “lontano” 1995 e la rivista Harper’s commissiona al futuro autore di “Infinte Jest” un reportage su una settimana di crociera ai Caraibi. Il risultato è un libricino tanto piccolo quanto ricco e pungente.

“Una cosa divertente che non farò mai più” – e già il titolo anticipa gran parte del contenuto del libro – è un’esilarante e dettagliata cronaca in cui emerge tutto lo spirito di David Foster Wallace: la sua ironia, il suo cinismo, la sua bravura come scrittore, e anche la sua visione del mondo.

Lo sferzante racconto della settimana in crociera, nonché le maniacali note a piè pagina tipiche dello scrittore, ci regalano una perfetta sintesi del meraviglioso mondo di quelle vacanze dove divertirsi non è un obiettivo o una speranza, ma un obbligo.

Dai tipici comportamenti del turista americano alle ossessive premure di un equipaggio educato a coccolare i passeggeri, lo scrittore dà vita a un’analisi socio-psicologica che ha come protagonisti personaggi memorabili e situazioni disperatamente comiche. E, attraverso quest’accurata riflessione su una vacanza “allucinata”, l’autore partorisce una lucida riflessione sul turismo di massa, sull’uomo contemporaneo e sulla “fruizione passiva di un divertimento”.

In una crociera non c’è infatti spazio per la scelta, per le opinioni e per il proprio personale divertimento. Tutto è già organizzato, costruito e deciso. Da altri. Ai passeggeri non resta quindi che lasciare a casa il loro ruolo di partecipanti per trasformarsi in spettatori di una situazione preparata ad hoc da terzi.

Tra momenti di ilarità pura, risate e alcuni sorrisi a denti stretti, il libro si trasforma nell'analisi più attuale e vera di un fenomeno ancora vivo e vegeto. Perché nulla è cambiato nel mondo delle crociere, la finzione è ancora tutta lì.

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