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12 aprile 2016

Maternità travagliate: Oriana Fallaci e Margaret Mazzantini a confronto



Desiderare fortemente un figlio, tanto da essere disposti a tutto. Non poterlo avere, ma sentirsi talmente responsabili da doverlo spiegare attraverso un libro: Margaret Mazzantini e Oriana Fallaci, lontane e diverse, hanno trattato entrambe la maternità, dirigendosi in direzioni apparentemente opposte, ma in realtà accomunate da uno stesso intimo sentimento.

"Venuto al Mondo"e "Lettera a un bambino mai nato" raccontano infatti due decisioni diverse che hanno in comune la disperazione. Da un lato c’è il monologo di Oriana Fallaci, che narra il dramma di una gravidanza inaspettata, dall'altro c’è la Mazzantini che ricama una storia ossessivo-compulsiva sulla necessità di avere un figlio a tutti i costi.

In "Lettera a un Bambino mai nato", la protagonista si pone delle domande profonde che riguardano l’accettazione della maternità. Attraverso un toccante dialogo con il figlio, ricostruisce le paure, le gioie e i dubbi di una donna di fronte alla gravidanza e più in generale alla società.
Gli altri protagonisti, il medico, il padre del bambino, l’amica, i genitori e il datore di lavoro rappresentano il mondo con il quale la protagonista si confronta.
Nell'appassionante romanzo "Venuto al Mondo", la voce narrante racconta invece l’odissea affrontata per avere un figlio dall'uomo amato. Un figlio visto (un po' egoisticamente) come "frutto necessario” per sancire un legame profondo con il proprio uomo.

In questi libri "paralleli", la maternità dal momento del concepimento e la maternità immaginata sono legati virtualmente dalla descrizione dell’emozione che coinvolge le due donne. È un'emozione perfettamente descritta da parole toccanti e ricche di pathos. E il sentimento che coinvolge le due protagoniste si trasforma in una tempesta capace di scuotere anche l’animo del lettore, a prescindere dalla diversa storia narrata.

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